PRENDERSI CURA DELL’ITALIA INIZIANDO DALLA PROPRIA CITTA’

La raccolta firme per bloccare un progetto inquinante è l’occasione di avvicinare persone sole e costruire nuovi rapporti

Trovo nella cassetta della posta un biglietto con un numero telefonico che diceva pressappoco così :“Sei contento che aumenti il traffico stradale davanti a casa tua?”
La nostra casa è proprio sulla statale! Parlando con mio marito ci siamo sentiti interpellati come cittadini e anche sensibili al progetto “Prendersi Cura dell’Italia” di cui si è parlato in comunità locale.

Telefono al numero del foglietto e un signore mi spiega che c’è un progetto del comune di fare una bretella, passando per un terreno coltivato, parte di un bosco ben curato e vicino ad una zona residenziale. Questo pezzo di strada sarebbe sbucata vicino casa nostra e di conseguenza avrebbe portato più traffico in questa zona.

Così si è costituito un comitato per far avere al sindaco il parere contrario a questo progetto: una raccolta di firme pareva fosse la cosa concreta da fare.
Rifletto sul progetto e sentendo i miei vicini, penso che questa bretella non risolva comunque il traffico dalla città.  Dopo alcuni collegamenti video col gruppo di questo comitato ho capito che qualcosa potevo fare: decido così di raccogliere le firme del mio quartiere.   Sorge però un problema: Pandemia!   Chi mi avrebbe aperto le porte?

Non mollo! Con la mascherina e alcool, per disinfettare la penna, ho pensato di andare cominciando da chi mi conosceva; poi ho allargato il giro. Ho fatto delle esperienze forti con famiglie e persone sole, che sembrava non aspettassero altro per scambiare due parole con qualcuno.
Nessuno mi ha chiuso la porta anzi ho costruito rapporti che mai avrei pensato.   Questa è stata la cosa più importante per me e non le 55 firme che ho raccolto.

Ho avvertito di aver vissuto il “prendersi cura”.

A.D.P.