PACE peace paix paqen salam мир mier mir hòa bình …
Pace: parola scritta in diverse lingue che i Ragazzi per l’Unità e i Gen3 veronesi, con i loro amici, hanno scritto sui cartelli del flashmob realizzato domenica scorsa sul piazzale del Santuario Madonna di Lourdes che domina la città.
Un tiepido sole ha accompagnato una cinquantina di ragazze e ragazzi dai 5 ai 15 anni, con i genitori e loro amici, in una ‘camminata’ per la pace con flash mob finale. L’idea, partita dai gruppi dei ragazzi, ha coinvolto tramite passaparola i loro amici e coetanei, ma anche giovani e varie famiglie: tutti insieme a trascorrere un sereno pomeriggio in un clima di amicizia e rapporti veri oltre i limiti di età e gruppo. Non si sono scanditi slogan ma il mini itinerario – intessuto di piccoli e spontanei gesti di aiuto e condivisione – ha fatto conoscere a tutti, grandi e piccoli, frammenti di storia della città ed ha accompagnato il lungo e allegro serpentone a riflettere sulla guerra e sulla pace. Ritrovo in Piazzetta San Giorgio: luogo attorniato da fortificazioni veneziane e austriache e con la facciata della canonica che ancora riporta i segni delle fucilate nella sortita dei francesi che volevano occupare la sinistra Adige, presidiata dagli austro-ungarici.Poi partenza verso la collina tramite la “lasagna”, strada militare scavata nel tufo, che collega i tre forti che sovrastano la città.Arrivati al forte Santa Sofia, un po’ di ristoro per la salita e illustrazione della fortificazione usata come colombaia fino ai primi anni del secondo dopoguerra.Si prosegue sempre lungo la “lasagna” per arrivare al Santuario.Prima del flash mob, riflessione finale sull’inutilità delle spese militari che potrebbero essere riconvertite e destinate ad alleviare le diverse necessità e sofferenze umane.Finalmente sul vasto piazzale, dal quale si ammira l’Adige che con un percorso a “S” abbraccia la città, i ragazzi hanno eseguito un originale flash mob coinvolgendo tutti i presenti e suscitando curiosità ai fedeli che salivano al Santuario.Si è spiegato come è nato il simbolo della pace e poi tutti si sono disposti, seduti, a formarlo con le proprie persone mentre un ragazzino con i riccioli neri leggeva la preghiera di Papa Francesco. La parola PACE, declinata in tante diverse lingue, appariva sui guanti bianchi delle mani dei ragazzi e in cartelli colorati. Alzando alternativamente prima un braccio e poi un altro si voleva significare che la pace è frutto delle “nostre mani”, cioè dell’impegno personale di ciascuno.Terminata la performance, la merenda, i giochi liberi e le chiacchiere sono state un’occasione di dialogo fraterno fra tutti.