PAPÀ, DAAAIIII! VERO CHE CI PORTI?
Semplici giochi interattivi o assuefazione nascosta alla violenza? L’esperienza di un papà che vive le emozioni dei figli e che coglie l’occasione di dialogare sulla pace.
I miei figli hanno saputo che in città è in corso la ‘fiera del modellismo’. Come non provarci? Ok: mi sembra una buona occasione per stare insieme a loro e condividere una bella passione. Domenica pomeriggio dunque si parte: io, Giacomo di 14 anni, Giuseppe di 8 e Luca di 14, loro cugino. Entriamo nel padiglione fieristico e … si apre un mondo fantastico! Siamo tutti felici e passiamo da uno stand all’altro per non perdere nulla.
Ad un certo punto i ragazzi sono attirati da un stand diverso dagli altri: mentre ci avviciniamo si comprende che è qualcosa di tecnologico. Certo anche il modellismo evolve …
Ma non è solo questo. Ci fermiamo di fronte ad una piattaforma nella quale i ragazzi possono posizionarsi in due ‘eserciti’. Ricevono dei ‘mitra’ e degli ‘elmetti’. Si può sparare ed ‘uccidere’ virtualmente l’avversario.
Ai ragazzi si accendono gli occhi, ma allo stesso tempo mi lanciano degli sguardi furtivi. Vi leggo un’irresistibile attrazione ma anche una sorta di esitazione. La verità in fondo agli sguardi: sì, è un gioco di guerra. L’abbiamo detto.
Mi trovo spiazzato … che male c’è: tutte le vite sono una battaglia. Devo proprio rovinare una bella domenica pomeriggio dicendo – No -?
Però posso fare di meglio. Li raccolgo vicino a me e ne parliamo. Li guardo, li ascolto: è logico, sanno benissimo che è scoppiata una guerra incomprensibile in Europa. Una guerra vera.
Riconsegnano mitra ed elmetti e ci allontaniamo sicuri e sereni.
Educazione alla pace, reciproca.
B. M.