Memorandum Ue-Tunisia. Forti (Caritas): “Non mette al centro i diritti umani e non risolverà. Migranti troveranno altre rotte”
È stato firmato ieri a Cartagine un memorandum d’intesa tra Unione europea e Tunisia che prevede assistenza finanziaria al Paese nordafricano e misure contro la crisi migratoria, tra cui navi alla guardia costiera tunisina e rimpatri. Quest’anno la Tunisia è il primo Paese di partenza, con 43.000 persone sbarcate in Italia da inizio 2023 su 75.000. Il secondo Paese di partenza è la Libia, con quasi 29.000 arrivi. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono 31.333 mentre nel 2021 furono 24.502. Il parere del responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana
Da AgenSir
Il memorandum d’intesa firmato ieri a Cartagine tra Unione europea e Tunisia non “mette al centro i diritti umani” e “non risolverà in maniera significativa i flussi. C’è da aspettarsi una riduzione nell’immediato, ma poi riprenderanno più massicciamente dalla Libia”. Lo afferma al Sir Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana. “Oramai è noto a tutti: non sono questi gli strumenti che bloccano le partenze – sottolinea -. I migranti hanno un bisogno estremo di trovare una soluzione alla loro esistenza e quindi si sposteranno su altre rotte. Questi interventi un po’ tampone hanno breve durata, che rimane comunque funzionale a scopi più di natura politica. Noi avremmo voluto vedere invece un impegno vero da parte di altri Paesi europei, nel meccanismo di ricollocamento e nella modifica del Regolamento di Dublino”. Nel frattempo altri 347 migranti sono sbarcati ieri sera a Lampedusa, per un totale di 1.149 in un giorno. Le autorità tunisine hanno salvato un centinaio di migranti a bordo di due imbarcazioni che stavano affondando al largo della costa di Sfax e le guardie di frontiera libiche sostengono di aver soccorso decine di migranti africani “deportati” dalle autorità tunisine verso il confine tra i due Paesi.
La parola “memorandum” evoca l’accordo con la Libia, dalla società civile aspramente criticato perché viola i diritti umani. Che giudizio date all’accordo tra Ue e Tunisia?
È ciò che più premeva all’Unione europea e all’Italia. Non vediamo negativamente un accordo bilaterale fatto con un Paese di transito come la Tunisia.
Il problema è che questi accordi non hanno mai messo al centro i diritti umani.
In Tunisia ci sono state nelle scorse settimane rivolte con vittime, rinvii forzati in Libia, migranti sub sahariani abbandonati in una terra di nessuno. Il tema dei diritti umani avrebbe dovuto essere centrale nella richiesta di garanzie al governo di Kais Saied affinché la gestione dei migranti avvenga rispettando principi irrinunciabili.
L’unica preoccupazione è quella di bloccare i flussi.
Anche perché tutto lo sforzo di tentare una redistribuzione negli altri Paesi europei non ha funzionato, mentre sarebbe stata una valvola di sfogo per ridurre la pressione sui Paesi di primo approdo. Il mancato raggiungimento dell’obiettivo ha indotto ad accelerare, come accade con la Turchia, ossia a stringere accordi onerosi con i Paesi di transito per convincerli a collaborare nel contrasto all’immigrazione. continua a leggere