Il governo «si riprende» le armi
Il Cdm ha approvato un ddl per riformare la “legge 185” e ripristinare il Comitato interministeriale come 30 anni fa, rafforzando il controllo politico sull’export. L’allarme delle associazioni. La Rete Pace e disarmo: «Ci opporremo a meno trasparenza e controlli»
Fonte: Avvenire del 4 agosto LUCA LIVERANI
Controlli più rapidi e decisioni più politiche per incentivare le esportazioni delle industrie d’armi italiane. È l’obiettivo del disegno di legge del governo, approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri, che intende riformare la legge 185 che dal 1990 regolamenta le esportazioni di sistemi d’arma. Una modifica che di fatto svuoterà le competenze dell’agenzia oggi preposta, l’Uama. La materia verrebbe affidata a un Comitato interministeriale, con un ritorno alle norme di 30 anni fa, che allarma la società civile. […] Cosa cambierà? Lo schema di disegno di legge intende modificare la legge che fu approvata nel 1990 grazie a una mobilitazione della società civile, in particolare delle riviste missionarie, che vedevano gli effetti delle armi italiane nelle guerre africane. Nella bozza dello schema si parla di istituire presso la presidenza del Consiglio un Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento (Cisd), ricostituendo una struttura esistente solo nei primi anni della legge 185. […]
Oggi invece spetta all’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama) – organismo presso il ministero degli Esteri e della cooperazione – autorizzare o meno i contratti, e quindi le produzioni ed esportazioni, di sistemi di arma stipulati tra governi stranieri e industrie belliche italiane. La 185 all’epoca fu una norma all’avanguardia, poi seguita da una analoga “Posizione comune europea” del 2008 e, nel 2013, dal Trattato sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty – ATT), che è stato il primo strumento giuridico globale per l’autorizzazione di trasferimenti di armi convenzionali. Con la riforma, all’Uama verrebbero lasciate solo le questioni di carattere tecnico-amministrativo. Inoltre, vengono rimosse le autorizzazioni agli scambi dentro la Ue.
Grande l’allarme nel mondo delle associazioni. «Ci opporremo a tutte le modifiche che diminuiranno la trasparenza e i controlli – commenta Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne di Rete italiana Pace e disarmo mentre invece dovremmo sempre di più implementare le prescrizioni delle norme internazionali, come la Posizione comune europea del 2008 e il Trattato sul commercio delle armi (Att)». [—] La verità è che si vuole solo reintrodurre questo Comitato per evitare che ci sia qualcuno che controlla veramente l’attinenza delle richieste di autorizzazioni con i criteri della legge».
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