Mandato di arresto dell’Aia per Netanyahu, Gallant e Deif. Buonomo (Lateranense): “Solo l’educazione delle coscienze può porre fine alla barbarie”
La Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi) ha emesso un mandato di cattura per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, e, con loro, per il capo dell’ala militare di Hamas, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri (meglio noto come Mohammed Deif). I tre giudici hanno deciso all’unanimità sulla base delle accuse di crimini contro l’umanità e crimini di guerra per Gallant e Netanyahu, mentre per Deif l’accusa è per il massacro del 7 ottobre contro Israele
Da AgenSir . 22 novembre 2024 – Daniele Rocchi
La Corte penale internazionale dell’Aia (Cpi) ha emesso un mandato di cattura per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant e, con loro, per il capo dell’ala militare di Hamas, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri (meglio noto come Mohammed Deif). I tre giudici hanno deciso all’unanimità sulla base delle accuse di crimini contro l’umanità e crimini di guerra per Gallant e Netanyahu, mentre per Deif l’accusa è per il massacro del 7 ottobre contro Israele. La Corte sostiene “ragionevolmente fondata” l’ipotesi
che Netanyahu e Gallant abbiano la responsabilità penale dei crimini di loro competenza. Le motivazioni della Camera rimandano ai “crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto”. La Cpi parla di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”. Il tribunale ha respinto l’obiezione israeliana secondo la quale la stessa Cpi non avrebbe competenza sui fatti oggetto dell’indagine. La Corte sostiene che non è necessario che Israele riconosca la sua giurisdizione. Sul tema abbiamo intervistato Vincenzo Buonomo, Ordinario di diritto internazionale all’Università Lateranense.
Professore, come si è giunti a questa decisione della Cpi?
Il Procuratore presso la Cpi aveva depositato lo scorso 20 maggio la richiesta dei mandati di arresto alla Corte che iniziava ad esaminare gli atti. Il 26 settembre lo Stato di Israele, che non è parte dello Statuto di Roma che istituisce la Corte, ne ha contestato la competenza a giudicare, indicando che la Cpi non può esercitare la sua giurisdizione su quanto si verifica nei territori (Gaza e Cisgiordania) dello Stato di Palestina, che invece della Corte è parte. leggi tutto