Papa Francesco: “la vera pace nasce da un cuore disarmato”
Papa Francesco, nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, chiede impegni concreti per il Giubileo, a partire dall’auspicio che il 2025 sia un anno “in cui cresca la pace”. Appello per il condono del debito estero ai Paesi poveri e la costituzione di un Fondo mondiale per l’eliminazione della fame. Eliminare la pena di morte in tutte le nazioni.
Fonte: AgenSir – M.Michela Nicolais – 12 dicembre 2024
La vera pace potrà nascere solo da un cuore disarmato dall’ansia e dalla paura della guerra”. Lo ribadisce Papa Francesco, nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, che si celebra il 1° gennaio 2025 sul tema “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”.
“Che il 2025 sia un anno in cui cresca la pace!”,
l’auspicio del Papa, che nel messaggio invita a combattere quelle che S. Giovanni Paolo II ha definito “strutture di peccato”, in occasione di un evento – l’Anno Santo – che è sempre stato per la Chiesa “un evento che riempie i cuori di speranza” da far “riecheggiare in tutto il mondo” per “ristabilire la giustizia di Dio in diversi ambiti della vita: nell’uso della terra, nel possesso dei beni, nella relazione con il prossimo, soprattutto nei confronti dei più poveri e di chi era caduto in disgrazia”.
“Ciascuno di noi deve sentirsi in qualche modo responsabile della devastazione a cui è sottoposta la nostra casa comune, a partire da quelle azioni che, anche solo indirettamente, alimentano i conflitti che stanno flagellando l’umanità”,
la prima consegna del messaggio, in cui si citano le “sfide sistemiche, distinte ma interconnesse, che affliggono il nostro pianeta: “Mi riferisco – spiega – alle disparità di ogni sorta, al trattamento disumano riservato alle persone migranti, al degrado ambientale, alla confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, al rigetto di ogni tipo di dialogo, ai cospicui finanziamenti dell’industria militare”.
“I beni della terra sono destinati non solo ad alcuni privilegiati, ma a tutti”,
ribadisce il Papa: “Come le élites ai tempi di Gesù, che approfittavano delle sofferenze dei più poveri, così oggi nel villaggio globale interconnesso, il sistema internazionale, se non è alimentato da logiche di solidarietà e di interdipendenza, genera ingiustizie, esacerbate dalla corruzione, che intrappolano i Paesi poveri”. Il riferimento è alla crisi del debito che affligge diversi Paesi, soprattutto del Sud del mondo ed è frutto della “logica dello sfruttamento del debitore”. leggi tutto