Pranzo con i nostri amici immigrati
Con alcuni della comunità, anche quest’anno abbiamo fatto il pranzo di santo Stefano a Casa S. Raffaele, (casa di seconda accoglienza per immigrati) a Mira. Giuliano un pescivendolo della zona regala appunto una grossa quantità di pesce alla casa. Eravamo 35 persone di varie nazionalità e religioni che con uno spirito quasi fraterno si sono messe in gioco. Chi sbucciava le patate, chi seguiva la griglia fuori in giardino, chi squamava cefali, chi spellava razze, chi preparava il sugo con pesci vari: pesci anche poveri ma…… che successo anche quest’anno!
Fiorella: Io personalmente ho lavorato fino a mezzogiorno ed ero preoccupata perché temevo si fossero trovati in pochi, al mio arrivo la sorpresa, un clima quasi di paradiso diversi di noi che venivano per la prima volta; qualcuna mi ha accolto con un abbraccio assicurandomi che anche quest’anno il miracolo si era avverato. Noi abbiamo messo solo la nostra buona volontà e il resto ci ha pensato LUI che in fatto di generosità è unico. Prima di iniziare il pranzo tutti ci siamo raccolti in un momento di preghiera quasi universale, ognuno pregava la sua fede. Un marocchino ospite della casa ci ha ricordato che quest’anno la nascita di Gesù coincideva con i festeggiamenti della nascita di Maometto. Un motivo in più per unirsi in una preghiera universale. Durante il pranzo più persone in lingue diverse, chi con traduttori chi sforzando un italiano abbastanza comprensibile, si sono susseguite in ringraziamenti e riflessioni, quasi tutti sottolineavano l’importanza per loro di vederci lì, quando avremmo potuto consumare il pranzo di Santo Stefano in famiglia o altro. Una di noi prendendo la parola ha sottolineato il piacere che è per noi assaporare questa famiglia universale. A dire di molti ogni anno è sempre più bello e toccante questo avvenimento. Sono sicura che è un progetto nei piani di Dio.
Anna: E’ da qualche anno che anch’io partecipo a questa famiglia di giovani della Casa San Raffaele. L’appuntamento del 26 dicembre è proprio un appuntamento che metto in calendario. Io…che di pesce non ne so’ un gran chè,…ebbene anche questa mattina ci siamo trovati armati di coltelli, forbici, coltellini a “curare” tanto pesce,…… Tanto che, quando è arrivato, ebbene io ho guardato subito l’orologio perché temevo che non ce l’avremo fatta,…. Ma, davvero – come ogni anno – avviene un miracolo! Alle 10 ci siamo messi e alle ore 13 tutti in tavola!!! Con tanto di primo, di secondo, di contorno,….. E’ un’esperienza nuova ogni volta, ogni volta ci troviamo con giovani diversi pieni di buona volontà a fare tutto insieme. La preghiera all’inizio del pranzo è sempre un momento tanto forte, preghiera musulmana e preghiera del Padre Nostro. Mi colpisce l’universalità, mi colpisce il loro stare insieme fra noi tutti, mi colpisce questa occasione che ho io, che abbiamo noi, di ricevere tanto da ciascuno di loro, con la loro vita piena di tante difficoltà e sofferenze che in qualche modo cercano di trasmettere… Ci sono diversi giovani ventenni! Quando sono li’ con loro sento forte l’esigenza di tornarvi presto,…. Sono tornata a casa nella gioia piu’ piena, altro che santo Stefano da qualche altra parte,… per questi Gesu’ che hanno tanto bisogno di essere amati; e per quel Gesu’ che anche oggi abbiamo costruito un po’ di piu’ fra noi! E il bello è stato che sono venute persone nuove per la prima volta!
Gianni: Tutti i ragazzi ospiti della casa erano contenti, dicevano “mangiare buono, bravi, grazie”. Sarebbe bello poter fare qualcosa di più per loro, ma intanto ringraziamo Dio di queste belle opportunità per tutti.
Sandra e Giorgio: Quest’anno abbiamo sentito forte dentro di noi il desiderio il giorno di S.Stefano di stare assieme ai ragazzi di casa San Raffaele. Abbiamo fatto la proposta anche a una nostra cara amica Wally che subito ha accettato di fare questa esperienza con noi. Già dal mattino ci siamo accordati con Gesù perchè ci aiutasse a riconoscerlo in ogni persona che avremmo rincontrato. E’ stato bellissimo lavorare tutti insieme, improvvisandoci pescivendoli fra Kili di pesce da curare e cuochi fra fornelli e profumi in un clima di allegria e condivisione. Abbiamo coinvolto anche i ragazzi e lavorando insieme è stata una gioia grande conoscerli. Ci hanno fatto partecipi delle loro vite, delle loro sofferenze, lontani dalla famiglia e dal loro paese, ma in ognuno abbiamo colto la speranza e il desiderio di una vita migliore. Ci siamo sentiti veramente una grande famiglia, senza divisioni di razza o religione, ma figli di un unico Padre, con la voglia ognuno di stare insieme e di conoscersi, arricchendosi ognuno della presenza dell’altro. Nel pomeriggio sono venute due nostre amiche e anche loro hanno espresso la loro gioia di poter concretamente fare un piccolo gesto di solidarietà per questi ragazzi. Siamo tornati a casa felici di quello che abbiamo ricevuto e confrontandoci anche con Wally abbiamo fatto il proposito di portarli tutti in cuore, non dimenticandoci di loro e delle loro necessità.
Emanuela: L’appuntamento di Santo Stefano con i nostri amici è un momento che tutti aspettiamo, io l’ho proprio messo in programma. Sembra impossibile, ma anche questa semplice occasione porta gran frutto, prima di tutto nei nostri cuori e poi anche nei cuori dei giovani ospiti. Mi ha colpito il fatto che anche ospiti ormai usciti che hanno un lavoro e una casa tornino a festeggiare a casa san Raffaele, anche i volontari non in servizio quel giorno sono venuti e questo è importante per il messaggio straordinario che c’è sotto: questa unità la vogliamo noi ma anche tanti altri che hanno gustato il sapore di condividere la stessa mensa. Sono tornata a casa felicissima e anche per me sarebbe il caso di fare qualcosa più spesso. Per la prima volta è venuta anche Silvia ero stra felice!!! grazie a tutti!
Silvia: Da tempo sentivo forte il bisogno di allargare il mio cuore verso i piu’ bisognosi. Cosi’ ho preso la palla al balzo e ho deciso di dare una svolta alla giornata che si presentava cupa e fredda. Entrati nella cucina della casa si respirava un forte clima di festa. Gli adulti della nostra comunità hanno un grandissimo spirito giovanile. Erano super indaffarati a cucinare un ricco menu di pesce per 35 persone. I ragazzi della casa ci davano una mano e nel loro volto si leggeva tanta gioia e gratitudine.
Michela: Per me è stato vivere e immergermi con realtà di vite molto provate. Sentivo che potevo solo ascoltare e incoraggiare. Mi porto in cuore i sorrisi di alcuni e i pensieri di altri. Sono tornata a casa arricchita per quel poco tempo donato a loro.