LA “BUONA SANITA’ ” CHE LAVORA IN SILENZIO
Giovedi12 aprile 2018 si è svolta la 13° edizione del premio Andrea Alesini.
Premio promosso da Cittadinanza attiva (movimento che promuove e tutela i diritti dei cittadini e dei consumatori, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezze in Italia e in Europa. www.cittadinanzattiva.it), dedicato a Andrea Alesini medico e dirigente della sanità scomparso prematuramente e che ha rappresentato una gestione della sanità “dalla parte dei cittadini”, attenta al dialogo e al rispetto dei diritti, nonché orientata a trasformare sempre le legittime aspettative in concrete azioni di governo (http://www.altrapagina.it/wp/un-uomo-autentico/).
Il premio per sua costituzione esalta le buone pratiche per l’umanizzazione delle cure, premia ogni anno 6 progetti che si siano distinti in due aree tematiche:
“Umanizzazione delle cure” e “Lotta al fumo di tabacco e promozione di stili di vita salutari”
Quest’anno sono stati presentati 257 progetti da 19 regioni italiane.
Dal Veneto sono stati presentati 30 progetti e fra questi è stato dato un riconoscimento con il 3° premio nell’ambito “Lotta al fumo e promozione di stili di vita salutari”, per il lavoro svolto nell’ “Ambulatorio educazionale preuremico “, alla U.O.C. di Nefrologia e Dialisi dell’ Ospedale San Martino di Belluno
Danno motivo di soddisfazione le motivazioni espresse per la consegna del premio:
” Per aver individuato risposte concrete a bisogni
inespressi delle persone con malattia renale
cronica, aiutandole ad avere informazioni su come essere protagonisti della propria condizione di salute e scegliere consapevolmente tra le diverse opzioni di trattamento.
Per aver previsto un programma di educazione terapeutica che promuova corretti stili di vita: attività fisica, astensione dal fumo, ridotta assunzione di sale, adesione al trattamento dietetico nutrizionale personalizzato, al fine di preservare il più a lungo possibile la funzionalità renale e ritardare la dialisi.
Per aver integrato diverse professionalità (medici, infermieri, dietisti, psicologi), il confronto con la famiglia ed il contesto sociale in cui vive ed agisce la persona con malattia renale cronica, in un percorso strutturato e personalizzato. “
Motivazioni che esprimono un impegno ed un operato rivolto al bene della persona malata e quindi fragile, ad una collaborazione fra più figure professionali e la famiglia, quindi l’ambiente, del malato.
“Il nostro lavoro è stato molto apprezzato, scrive Linda De Silvestro che dirige il reparto di Nefrologia e Dialisi, abbiamo ricevuto un importante riscontro.
Tale riconoscimento, per noi del tutto inaspettato, ci conferma la validità del nostro operato e della corretta via che stiamo percorrendo, ci sprona ad andare avanti con coraggio, a continuare e migliorare, nonostante le risorse limitate.
L’esperienza fatta mi ha dato nuova fiducia nelle istituzioni, che noi in genere vediamo molto lontane, in realtà ho notato come abbiano colto in profondità il senso del lavoro di molti operatori e professionisti.
Ho percepito nelle loro parole la necessità, il bisogno di conoscere di più la realtà e lo sforzo comune di persone che lavorano in silenzio, con sacrificio e professionalità, per il bene della gente.
É bello sentire che il positivo c’è, e che c’è chi vuole portarlo in superficie.”