Siamo davvero ciò che comunichiamo?
Francesco e la sfida del “parlare con il cuore” al centro del Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. L’esortazione del Papa a favorire una comunicazione che coinvolga tutta la persona e non persegua interessi di parte.
Fonte: Vatican News – Alessandro Gisotti
“Tutto ciò che non viene donato, va perduto”, ripeteva spesso Dominique Lapierre. Parole, quelle del giornalista e scrittore scomparso recentemente, che si possono collegare idealmente al Messaggio di Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, pubblicato martedì scorso(24 gennaio). Il Papa ci invita – ancora una volta – ad essere artefici di una comunicazione integrale che non riguardi solo una parte di noi – per fini parziali o interessi strumentali – ma che coinvolga la globalità della persona, tutto il nostro essere. Parlare “con il cuore” non è un cedimento al sentimentalismo (o al sensazionalismo), tanto in voga ai nostri giorni, ma ha a che fare con un compito molto esigente: comunicare e donare se stessi. In qualche modo, prendendo ad esempio la testimonianza di San Francesco di Sales, il Messaggio ci suggerisce che siamo ciò che comunichiamo. O almeno così dovrebbe essere. Ecco perché uno dei punti chiave del documento (il decimo messaggio di Francesco agli operatori della comunicazione) è la citazione del Santo patrono dei giornalisti – “basta amare bene per dire il bene” – che ricorda l’agostiniano “ama e fa’ ciò che vuoi”. leggi tutto