Papa in Ungheria: al mondo della cultura, “uso degli algoritmi rischia di destabilizzare l’umano”
“Un certo uso degli algoritmi può rappresentare un ulteriore rischio di destabilizzazione dell’umano”. Ne è convinto il Papa, che incontrando a Budapest il mondo universitario e della cultura ha citato ancora una volta il romanzo “Il padrone del mondo”, di Robert Benson, dove si osserva che “complessità meccanica non è sinonimo di vera grandezza e che nell’esteriorità più fastosa si nasconde più sottile l’insidia”.
Da AgenSir
“In questo libro, in un certo senso profetico, scritto più di un secolo fa, viene descritto un futuro dominato dalla tecnica e nel quale tutto, in nome del progresso, viene uniformato”, ha spiegato Francesco: “ovunque si predica un nuovo ‘umanitarismo’ che annulla le differenze, azzerando le vite dei popoli e abolendo le religioni. Abolendo le dfferenze, tutte. Ideologie opposte convergono in una omologazione che colonizza ideologicamente: questo è il dramma, la colonizzazione ideologica. L’uomo, a contatto con le macchine, si appiattisce sempre di più, mentre il vivere comune diventa triste e rarefatto”. “In quel mondo progredito ma cupo, descritto da Benson, dove tutti sembrano insensibili e anestetizzati, pare ovvio scartare i malati e applicare l’eutanasia, così come abolire le lingue e le culture nazionali per raggiungere la pace universale, che in realtà si trasforma in una persecuzione fondata sull’imposizione del consenso”, ha osservato Francesco tracciando un parallelismo indiretto con la realtà attuale.