DEVO ANDARE IN CITTA’: MI ACCOMPAGNI?
“Mettere pace dove non c’è”. Talvolta vivere questa parola di vita è anche intuire sentimenti interiori dell’altro e agire di conseguenza
Vado di fretta, mi aspettano a casa, quando un po’ fuori del paese vedo una signora africana che ferma gli automobilisti, invano.
Mi fermo spontaneamente. Voglio vivere la Parola del mese, che mi chiede di mettere la pace ove non c’è e senza dubbio quella signora in difficoltà non è tranquilla.
“Ciao papà -mi apostrofa- Devo andare a Verona. Mi accompagni?” Ha quattro borsoni enormi, pieni di cibo e vestiti, appena ritirati alla Caritas, pesantissimi.
Le spiego che non posso, perché sono in ritardo, e che se vuole l’accompagno alla fermata del bus per Verona che è lontana.
E’ contenta. Continua a ringraziarmi. L’aiuto ad appoggiare per terra le borse. Allora mi chiede se posso pagarle il bus. Non so quanto può valere il biglietto e glielo chiedo. “Quattro o cinque euro”- mi risponde. Gliene dò cinque.
Strafelice continua a ringraziarmi. Poi mi abbraccia -in tempo di pandemia!- continuando a chiamarmi papà. “Sono un nonno” le dico. “No, tu per me papà!”