AIUTO AGLI “INVISIBILI” DELLA CITTA’: ci siamo sentiti interrogati dalle sollecitazioni del Papa per una “Chiesa in uscita”
Poco più di un anno fa, arriva la notizia alla comunità locale dei Focolari che c’è bisogno di aiuto ad una delle mense gestite dalla Caritas Diocesana di Venezia.
Ci siamo sentiti interrogati dalle sollecitazioni di Papa Francesco nella Evangelii Gaudium sul bisogno di una “Chiesa in uscita” che parli indistintamente a tutti e abbiamo sentito di fare nostri anche i punti programmatici dell’ultima Assemblea dell’Opera (Uscire – Insieme – Opportunamente preparati).
È alla luce di questo che abbiamo iniziato a prestare servizio alla mensa “Papa Francesco” di Marghera.
Un mondo, a due passi dalla nostra vita divisa tra lavoro e famiglia, che non immaginavamo nemmeno. Tante sono le storie che l’ex Istituto Professionale Edison accoglie ogni sera all’ora di cena: anziani che non arrivano a fine mese, giovani stranieri senza lavoro ma anche tanti nostri disoccupati. La sala conta solo 70 posti, due lunghe tavole con sopra caraffe colorate per l’acqua e oliere, dove il più delle volte manca l’olio per condire l’insalata.
Prestiamo la nostra opera non soltanto per garantire a queste persone ciò che materialmente occorre loro, ma anche per dare accoglienza, attenzione e un sorriso.
Questo perché, durante la nostra breve esperienza, abbiamo capito che le persone che incontriamo spesso non hanno fame solo di pane ma anche di amicizia e molte volte hanno bisogno di essere ascoltate e guardate con uno sguardo ricco di benevolenza.
Possono aver bisogno, anche se per brevissimo tempo, di un rifugio nel nostro cuore. Abbiamo inoltre capito che non dobbiamo compiere atti grandiosi per dare prova di un grande amore a Dio e al prossimo. È l’intensità dell’amore che mettiamo nei nostri gesti che fa di essi qualcosa di bello per Lui.
La peggior malattia che oggi affligge il nostro mondo e la nostra società è il sentirsi indesiderati, abbandonati da tutti, non amati.
Ogni venerdì ci troviamo calati in questo mondo parallelo, allo stesso tempo così vicino e coì lontano dalle vetrine scintillanti del centro.
Di fronte a tanta povertà nasce spontaneo il desiderio di aiutare tutti e in tutti i modi. Ciò non è possibile ma ci rendiamo ugualmente conto di quanto il nostro sostegno, seppur minimo e insignificante, incida comunque sugli altri.
Non è necessario partire per Paesi del terzo mondo né diventare supereroi per fare del bene: un sorriso e tanto entusiasmo sono il punto di partenza, poi servono costanza e volontà.
Tra gli ospiti della mensa non mancano le lamentele ma si sta a poco a poco costruendo un ponte tra i volontari e gli “invisibili” della città. Al di fuori della mensa ci capita spesso di incontrarli e subito ci si ferma a scambiare due parole. Più il tempo passa, più ci rendiamo conto che ciò di cui hanno maggiormente bisogno è sapere che qualcuno vuole loro bene.
Siamo partiti in sordina, in due, poi il passaparola, l’amico che porta l’amico ci siamo trovati in trenta e nessuno si è più tirato indietro, ci sono nel gruppo persone singole, ma anche famiglie al completo e oltre al venerdì siamo presenti in mensa il giovedì e diamo una mano anche la domenica.
Grazie al gruppo whatsapp creato è un continuo scambiarsi di esperienze, emozioni, si è costruito un legame che ha creato famiglia.
Non tutti sono del Movimento anzi, molti neppure lo conoscono, persone non credenti, di altre religioni, ma uniti assieme da quel messaggio di Gesù “fa all’altro quello che vorresti fosse fatto a te”.
In occasione delle festività natalizie c’è stata la possibilità di accogliere nelle famiglie dei volontari della mensa gli ospiti della mensa per fare loro festa. E così a casa di uno di noi sono arrivati Remus della Romania e Walter delle isole Seichelles.
Il programma poi prevedeva di riunirsi con tutti gli altri per la S.Messa nei locali della mensa.
E’ stato un momento di grande gioia per tutti gli ospiti e per i volontari; una famiglia che respirava un momento di cielo con entrambi i “polmoni”.
Il celebrante ci ha invitato a fermarci insieme davanti al mistero di Dio che manda il suo Figlio a nascere in mezzo agli ultimi, ai pastori, contraddizione per potenti, vero segno di uguaglianza che invita tutti noi all’ascolto del nostro cuore e dei fratelli, soprattutto di quelli nel bisogno, in un dialogo rispettoso che davvero può debellare il conflitto o l’indifferenza.
A.C.