FESTIVAL BIBLICO 2019 – POLIS

La polis è una costante interrogazione di questa 15 edizione.
Il discutere atorno ai temi di città/citadinanza/paesaggio per coglierne la molteplicità di signifcati e l’adesione al reale. Possibilmente nell ’agorà, o in quei luoghi ad alta densità comunitaria. Il linguaggio traduce il calcestruzzo e l’anima delle persone. Da qui, l’immersione, il rilievo dei confni, le mura, i negozi, gli edifci di culto, la fabbrica, la casa, gli abitanti: la polis adotta anche il contradditorio, lavora per meticciato, consolida ed evolve.
Un tema dal riverbero contemporaneo che prende avvio da Verona e Vittorio Veneto.

La città scaligera scollina il ruvido ragionamento privilegiando il teatro, la musica, la performance quale integrazione tra arte, spazio pubblico e Sacre Scriture.

D’altro canto, Vittorio Veneto mette in atto un gioco colletivo nella necessità di formalizzare il suo essere difusa e ricomprendere il signifcato, anche biblico, di città.

Rilancia Padova con un approccio non pianifcato e un programma entro cui sostare per manometere l ’immutabilità delle facciate storiche, fuse con la vocazione sociale e il sapersi comunità.

Cede il passo a Rovigo che non si può contenere di fronte a una tale apertura urbana: è l ’apporto che i contenuti culturali possono dare alla colletività, una sperimentazione inclusiva.

La provincia, poi. Di fatto, la parte mancante di ogni cità coinvolta nel progetto Festival Biblico. Non crediamo nella frazione/brandello, quanto nell ’alta personalizzazione che declina una proposta culturale a impatto popolare e spirituale.

Vicenza, infne, intacca il territorio, ne dissolve i confni, insiste su alcune domande: salire/scendere, entrare/uscire, il movimento è l ’attore biblico.
È un’idea di stretto scambio, lì dove l ’abitare slitta ed è comunità.

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