ITALIA: MENO MIGRANTI, PIU’ POVERTA’

Per la prima volta in 20 anni, diminuisce il numero di immigrati presenti in Italia. Nel mondo, il numero di sfollati per motivi ambientali supera quello degli sfollati a causa delle guerre. Sono solo alcuni dei dati emersi dal 31° rapporto del Centro IDOS sull’immigrazione in Italia.

Voi, posti di fronte all’evidenza, da che parte della storia desiderate essere ricordati? Questa è stata probabilmente una delle provocazioni più forti fatta durante la presentazione del 31° rapporto del Centro Studi e Ricerche IDOS, il Dossier Statistico Immigrazione 2021, realizzato in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.

[…] In generale, l’anno scorso, per la prima volta negli ultimi 20 anni, è calato il numero di immigrati in Italia, nel concreto di un 33% rispetto al 2019. Il numero di residenti stranieri è diminuito di 26.422 persone, arrivando a una presenza totale sul territorio di circa 5 milioni. Le chiusure legate alle misure di contenimento della pandemia, l’incremento dei decessi, la lentezza nelle procedure amministrative per l’acquisizione della cittadinanza italiana sono alcuni dei fattori che giustificano questa riduzione. Questo ha fatto sì che nel giro di un anno il Paese abbia perso quasi 200mila abitanti.

Nonostante le restrizioni alla mobilità imposte dal Covid-19, in tutto il mondo è aumentato di 9 milioni il numero dei migranti internazionali, arrivando a un totale di 281 milioni di persone. Per quanto riguarda l’Europa, il numero di residenti stranieri nell’Ue è di 36,5 milioni. Un altro dato di forte rilevanza è l’aumento di 30,7 milioni delle persone che hanno migrato nell’ultimo anno per motivi ambientali a causa dei cambiamenti climatici, e che hanno superato in numero gli sfollati per motivi di guerra e violenza.

Durante la presentazione del rapporto, una delle critiche è stata quella definita da Luca Di Sciullo, presidente dell’IDOS, come “il pendolo del gattopardo”, ovvero, l’immobilismo davanti al fenomeno migratorio e la coazione a ripetere. Esempio di questa incapacità di agire è il fatto che solo il 27% delle 220.500 domande di regolarizzazione del 2020 siano state portate a termine, la qual cosa ha non solo perpetuato le irregolarità, ma ha anche lasciato indifesi tanti lavoratori, che di fronte alla pandemia hanno visto crescere la loro vulnerabilità.

[..]Altri punti dolenti sollevati durante la presentazione sono stati: le violenze e le estorsioni perpetrate lungo la rotta balcanica, l’utilizzo dei migranti come arma di ricatto per ottenere soldi dall’Ue e il finanziamento da parte del Parlamento italiano della guardia costiera libica. Proprio quando ci vorrebbe un’ampia flessibilità, nel bel mezzo della crisi (sanitaria, economica, sociale…), prevale l’immobilismo,  continua a leggere l’articolo integrale su Città Nuova online

Dossier Statistico Immigrazione 2021,