MATTARELLA RICORDA CHIARA LUBICH, “la forza della mitezza”
L’unità, intuizione centrale della vita e dagli insegnamenti di Chiara Lubich, “non si esaurisce nell’ambito della Chiesa. L’unità, per chi sa interpretarla davvero, si traduce in fraternità, verso tutti gli altri, a cominciare da chi ci sta più vicino, cosa che talvolta è la più difficile. E senza pregiudizi né barriere perché la fraternità è valore universale che non ammette confini o distinzioni”.
Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un appassionato intervento che ha tenuto oggi pomeriggio al Centro Mariapoli di Trento nel corso di una manifestazione dedicata al centenario della nascita della fondatrice del Movimento dei Focolari.
Ad accoglierlo è stata Maria Voce, presidente del Movimento mentre al suo ingresso nell’auditorium del Centro affollato da oltre 400 persone tra autorità e membri dell’Opera provenienti dalle comunità dei Focolari del Nord Italia.
Il Capo dello Stato è intervenuto dopo una breve presentazione della storia di Chiara, alcune esperienze, i discorsi di saluto dei rappresentanti delle istituzioni e di Maria Voce.
LE NOSTRE DEMOCRAZIE HANNO BISOGNO DI FRATERNITÀ
“Chiara Lubich – ha detto ancora il Presidente considerava fraternità come una categoria politica. Le nostre democrazie hanno bisogno del senso di fraternità, senza fraternità rischiamo di essere esposti al dominio dei soli interessi, rischiamo di non avere la forza per superare le disuguaglianze che sono crescenti, di impedire la legge del più forte e ci sarebbe solo l’individualismo”.
Il Capo dello Stato ha voluto citare alcune parole dette da Chiara nei consessi internazionali, sul significato della fraternità: “Espressione della fraternità in politica è amare la patria, quella altrui come la propria. La più grande dignità per l’umanità sarebbe infatti quella di sentirsi un solo popolo, arricchito dalla diversità di ciascuno e per questo custode, nell’unità, delle differenti identità”.
DOBBIAMO PROSCIUGARE I PRESIDI DELL’ODIO
Sergio Mattarella ha voluto anche sottolineare come il Carisma di Chiara Lubich abbia fatto del dialogo tra religioni un elemento decisivo per la pace: “Dobbiamo prosciugare i presidi di odio che strumentalizzano e stravolgono i messaggi religiosi, esprimendo in contrasto con loro, volontà di sopraffazione, di annientamento e di morte”.
“Si può essere molto forti – ha concluso il Presidente – pur essendo miti e aperti alle ragioni degli altri. Anzi, come dimostra la vita di Chiara Lubich, soltanto così si è veramente forti”.
IL SINDACO: CHIARA CONTINUA AD INVITARCI ALL’IMPEGNO PER E CON GLI ALTRI
Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, nel corso del suo intervento al Centro Mariapoli di Cadine, ha sostenuto che: ” Chiara Lubich seppe guardare oltre i confini e le macerie della guerra. Non a caso ha maturato la sua vocazione a Trento, città all’epoca dilaniata dal conflitto ma ponte e cerniera tra Mediterraneo ed Europa. Una ragazza che quasi 80 anni fa si mise al servizio dei poveri e continua ad invitarci all’accoglienza, all’impegno con gli altri e per gli altri”.
IL VESCOVO: L’IMPRESSIONANTE ATTUALITÀ DEL CARISMA DI CHIARA
“L’elemento più impressionate di questa donna – ha affermato il vescovo di Trento, Lauro Tisi – è la lettura del Cristo abbandonato. In cui viene dato campo all’anti narcisismo: lei rilegge la morte di Cristo come eccesso di amore che diventa non violenza, persino tutela del nemico, liberazione dell’altro rispetto all’accreditare sé stessi. Una cosa di una attualità impressionate perché notiamo oggi una narrazione di sé stessi che è origine di un sacco di problemi. Se vogliamo aiutare l’Europa dobbiamo ripartire dalla riscoperta dell’altro”.