NASCE IN VENETO IL COORDINAMENTO REGIONALE DELL’ALLEANZA CONTRO LA POVERTA’
Nasce il coordinamento regionale dell’Alleanza contro a povertà. Il Tavolo veneto riunisce per ora 16 organizzazioni del territorio. Di fatto quella che si vuole costruire è una rete aperta al contesto di comunità, in grado di mobilitare le forze attive del territorio.
Si sono definiti la “lobby dei poveri” contro la precarietà sociale e lavorativa e per la firma del protocollo che ne stabilisce la costituzione, hanno scelto un luogo fortemente simbolico oltre che concretamente operativo, la mensa dei poveri di Ca’ Letizia nel cuore di Mestre. E’ nato così, la scorsa settimana, dopo alcuni mesi di rodaggio, il coordinamento dell’Alleanza contro la povertà in Veneto, riunendo le seguenti associazioni e rappresentanze: Acli Sede Regionale del Veneto, Anci Veneto, Associazione Banco Alimentare del Veneto onlus, Azione Cattolica delegazione veneta, Caritas delegazione veneta, CGIL Veneto, CISL Veneto, UIL Veneto, CNCA, Confcooperative -Federsolidarietà Veneto, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo de Paoli – Coordinamento Interregionale Veneto Trentino, Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora, Forum Regionale del Terzo Settore, Save the Children, Umanità nuova – Movimento dei Focolari.
“Nata a livello nazionale nel 2013 l’Alleanza ha contribuito fattivamente alla costruzione di nuove politiche pubbliche per prevenire e contrastare il fenomeno della povertà in Italia, il cui strumento più importante è senza dubbio il Rei, il reddito di inclusione – ha spiegato Cristian Rosteghin, vicepresidente regionale Acli e portavoce del tavolo veneto -. Qui nella nostra regione non intendiamo solo dar vita a luoghi e occasioni di confronto tra le associazioni e favorire una sensibilizzazione dell’opinione pubblica, ma vogliamo anche confrontarci con le forze politiche e le istituzioni locali per sollecitare scelte di policy e interventi coordinati e integrati a sostegno dell’inclusione sociale”.
Ora la vera sfida sarà nella messa in opera, tenendo conto dei differenti contesti territoriali in cui la misura è calata e avendo ben presente che una politica così complessa, che risponde a bisogni multiformi e ingaggia attori diversi a diversi livelli istituzionali, richiederà tempi lunghi per la sua implementazione e per generare i cambiamenti culturali e di governance necessari. La strada è stata ormai tracciata e il cantiere aperto.