Nonostante guerra e terremoto crediamo nei piccoli sogni
Da A.M.U.
ricordi che cosa facevi nel marzo 2011? Io no, ma sono sicura che Elias lo ricorda perfettamente. Non si scorda il mese in cui è iniziata una guerra nel proprio Paese.
Dodici anni fa, infatti, per la Siria iniziava una guerra lunga e drammatica.
“Dopo dodici anni di guerra, non si possono descrivere né misurare i dolori di questo popolo”
Così ci ha scritto recentemente Domingos Dirceu Franco, economista e focolarino brasiliano che vive ad Aleppo dal 2019, dove segue il nostro progetto RestarT.
Sono tante le storie di donne e uomini siriani che in questi anni abbiamo imparato a conoscere.
Donne e uomini che hanno potuto curare una malattia o avviare un’attività lavorativa. Bambini che hanno potuto frequentare un centro educativo. Famiglie che hanno ricevuto assistenza per i bisogni primari: il cibo, prima di tutto.
Senza il tuo sostegno Ahmed, tredici anni, non avrebbe potuto raggiungere un obiettivo così importante alla sua età come quello di portare a termine l’anno scolastico con una pagella eccezionale!
E poi?
Poi, come se non bastasse, è arrivato anche il terremoto in Siria a squassare una realtà già così precaria.
E allora le urgenze sono diventate ancora più drammatiche, i bisogni primari sono aumentati, e le storie sono diventate ancora più dure da ascoltare e raccontare.
Ma ancora una volta noi proviamo a generare speranza. leggi tutto
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