R.D. Congo, 400 morti e 4.300 dispersi nelle alluvioni. Caritas: “Popolazione abbandonata e senza aiuti, manca tutto”
Caritas Bukavu, che dista 70 km dai villaggi di Bushushu e Nyamukubi nella regione del Sud Kivu, nella Repubblica democratica del Congo, sta procedendo alle prime evacuazione dei sopravvissuti delle inondazioni del 4 maggio. Ma sono pochissime le organizzazioni umanitarie presenti sul posto. Il direttore di Caritas R.D. Congo Boniface Nakwagelewi Ata Deagbo racconta al Sir una situazione disastrosa, con la mancanza di cibo, acqua e farmaci. Anche la comunità cattolica è coinvolta nella tragedia
Dove prima c’era la vita ora si vede solo una distesa di sabbia e pietre che ha sepolto interi villaggi. Ed enormi fosse comuni dove vengono accatastati i corpi delle vittime, in sacchi mortuari grigi o azzurri. Intorno una popolazione traumatizzata e attonita. Le vittime finora accertate sono 400 ma nelle ultime ore, secondo alcune stime della società civile locale, si parla di almeno 4300 dispersi. C’è pochissima speranza di riuscire a recuperarli. Intere famiglie sono morte, quasi tutti i sopravvissuti hanno perso qualche familiare. Per loro la sopravvivenza sarà durissima. Solo la Croce Rossa è arrivata sul posto ma manca tutto: cibo, farmaci, acqua potabile. E’ questa la situazione nei villaggi di Bushushu e Nyamukubi (zona di Kalehe), nella travagliata regione del Sud Kivu, nella Repubblica democratica del Congo. Nel tardo pomeriggio di giovedì 4 maggio ha iniziato a piovere come accade in questa stagione. Ma le piogge torrenziali erano più forti del solito e hanno causato lo straripamento dei tre fiumi della zona, oltre a frane e smottamenti. Il territorio dove è accaduto il disastro è sulle rive del lago Kivu, dove si erano rifugiati nel 2004 civili in fuga dai massacri delle milizie paramilitari Interahamwe. Sono state costruite abitazioni precarie in zone a rischio, sul fianco di una collina. Il villaggio di Bushushu è a 70 km a nord di Bukavu, sulla Route nationale n.2 che collega Bukavu a Goma. Ieri, 8 luglio, in tutto il Paese è stata proclamata una giornata di lutto nazionale.
“Caritas Bukavu è già sul campo e sta facendo una prima evacuazione degli sfollati e cercando di portare i primi soccorsi”, racconta al Sir Boniface Nakwagelewi ata-Deagbo, direttore di Caritas R.D. Congo, che conferma le stime ufficiali ma avverte: “Il bilancio finale sarà sicuramente di migliaia di persone morte.
Anche le parrocchie della zona sono vittime delle inondazioni. Ci saranno morti tra preti, catechisti, insegnanti, preti”.
“La gente nei villaggi è traumatizzata – racconta -. La maggior parte ha perso familiari, figli, ci sono bambini senza genitori. Le case sono tutte sepolte, le persone non possiedono più nulla. Abbiamo chiesto di coordinarci con altre realtà sul campo per una evacuazione coordinata”. continua a leggere