VACANZE IN UNA COMUNITA’ IMPROVVISATA

La vacanza speciale non è essere al mare o in montagna o al lago, stare in albergo o in appartamento, ma vivere giorni di armonia, tutti insieme con diverse età, mariti e mogli ecc.

Quest’anno siamo partiti in otto per raggiungere una coppia di amici che ci avrebbe ospitato.

Le giornate ognuno le trascorreva come desiderava: chi al mare, chi a visitare luoghi, chi restava in relax a leggersi un libro. Poi alla sera ci ritrovavamo tutti e 10 (a volte si aggiungeva anche qualche ospite) per cenare assieme condividendo sapori e qualità culinarie ora dell’uno ora dell’altro.

Un giorno Anna ci dice che deve tornare a casa perché la zia anziana stava male e dovevano capire col medico il da farsi. Il marito l’avrebbe accompagnata all’aeroporto ad un’ora di macchina da dove ci trovavamo. Mi offro di accompagnarli perché il marito non faccia il viaggio di ritorno da solo. Per me significava rinunciare due ore di mare o di riposo, ma era una possibilità di amare concretamente. Anna mi manifesta subito la sua approvazione e contentezza.

Un altro giorno volevamo visitare una città vicina ma uno di noi aveva problemi all’anca e non poteva camminare. Alcune persone, venute a conoscenza della situazione, ci hanno prestato una carrozzina e un altro di noi si è offerto di spingerlo per le vie della città nonostante il caldo. Così anche la nostra gita l’abbiamo fatta tutti assieme in un bel clima di famiglia.

Ripensando a quei giorni mi viene da dire che è stata una comunità improvvisata, ma non per questo meno vera e meno accogliente. Restano nel cuore le nuove relazioni come ci fossimo conosciuti da sempre.