Italia, export armi: slitta in Parlamento l’esame della riforma

Le Commissioni Esteri e Difesa della Camera dei deputati hanno rinviato a marzo l’esame del ddl per modificare la legge 185 del 1990. Soddisfazione della campagna “Basta favori ai mercanti d’armi”: “Il rinvio sia un’occasione di confronto nel merito anche delle nostre proposte”. La presidente di Banca Etica, Anna Fasano: necessario tutelare la trasparenza

Da Vatican News – Valerio Palombaro

Nel pomeriggio di ieri la decisione delle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera dei deputati italiana: slitterà quantomeno a marzo l’esame in aula del ddl per la riforma della legge 185 del 1990 sull’esportazione delle armi prodotte in Italia. Una norma che regola trasparenza e controllo dell’export degli armamenti e che rischia di essere depotenziata. Il rinvio è stato accolto con un sospiro di sollievo dalle organizzazioni sia laiche che cattoliche che, dalla scorsa settimana avevano rilanciato la campagna “Basta favori ai mercanti d’armi”, che riunisce oltre 200 associazioni della società civile.

Più tempo per il confronto

La riforma proposta dal governo italiano, già approvata mesi fa in Senato, a loro dire cancellerebbe ogni forma di trasparenza sulle banche che finanziano e traggono profitto dall’export delle armi. “L’auspicio delle nostre organizzazioni  – si legge in una nota diffusa oggi dalle organizzazioni della campagna – è che queste settimane in più, preziose per approfondimenti e riflessioni, non configurino solo un rinvio ‘procedurale’ e tecnico ma vengano utilizzate da governo e maggioranza come occasione di confronto nel merito anche delle nostre proposte”, si legge in una nota diffusa oggi dalla campagna. “Indipendentemente dalla valutazione che si può avere dell’industria militare — si legge — la modifica attualmente in corso di approvazione, se confermata, creerebbe buchi normativi e fragilità decisionali davvero rilevanti: non possiamo permettercelo su un tema così delicato come l’invio di armi nel mondo”.

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Le associazioni cattoliche

Va precisato inoltre che l’attuale legge 185/1990 non vieta l’export di armi italiane, ma prevede un sistema di controllo affinché queste operazioni non coinvolgano Paesi in conflitto o responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. In un appello diffuso nei giorni scorsi da Acli, Agesci, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica Italiana, Movimento dei Focolari Italia, Pax Christi Italia, viene evidenziato ad esempio come la legge 185 abbia permesso, grazie alla pressione della cittadinanza attiva, di interrompere dal 2019 al maggio 2023 la partenza dall’Italia di migliaia di armi destinate ad essere usate nel confitto nello Yemen. Dalle associazioni cattoliche, infine, un appello «alla coscienza dei parlamentari contro il falso realismo della guerra». leggi l’articolo intero

vedi ns. del 9 febbraio