UNA SETTIMANA NEL PAESE DEL SOL LEVANTE
Viaggio in Giappone; accoglienza, cultura, storia e tradizioni: un’ esperienza coinvolgente
Sono a Tokyo per un breve soggiorno di lavoro. L’occasione è data dall’evento Agorà Science, un’iniziativa del governo giapponese e molte istituzioni di ricerca per offrire uno spazio di confronto tra ricercatori, imprenditori, politici, organizzazioni della società civile e cittadini sul futuro della società e le scienze. Si tratta di un forum dedicato quest’anno allo scambio di punti di vista diversi provenienti da varie fasce sociali per conoscere le diverse prospettive di sviluppo futuro. Sono stato invitato dal NI TEP, Istituto Nazionale di Scienza e Tecnologia, in quanto presidente di Observa, l’istituto di Ricerca in cui lavoro dal 2000. Incuriositi dalla nostra storia e dalle attività che abbiamo svolto in questi anni, i colleghi giapponesi sono stati molto felici di ospitarmi e con il loro calore tipico del popolo giapponese mi hanno fatto sentire veramente a casa.
Okamura Asako, del Nistep, ha organizzato incontri, visite e anche momenti conviviali. Il mio interesse e il mio contributo si concentra sulle forme di coinvolgimento del pubblico nelle tematiche e nelle decisioni riguardanti i temi di ricerca. Il forte impatto delle innovazioni, infatti, non sempre è accompagnato da un ascolto delle necessità sociali e per questo sono necessari progetti e iniziative che favoriscano il dialogo tra le componenti sociali e il mondo della ricerca. Qui in Giappone il tema è molto sentito e anche il grande science centre Miraikan dedica molto spazio alle domande che provengono dal pubblico nei confronti delle scienze.
Per me l’incontro con l’Asia è sempre molto arricchente. In altre occasioni, in Corea, Singapore e a Manila per il Genfest ho avuto modo di apprezzare la cultura e la grande tradizione di questi popoli e naturalmente la loro profondità spirituale. Sono realtà molto diverse e quella giapponese, in particolare, ha profonde radici nel buddismo e nel shintoismo. Ancora oggi, seppure in una società molto laica, i giapponesi si affidano a queste grandi tradizioni e il cristianesimo, seppure rappresentato da una piccola minoranza, ha un buon gruppo di fedeli.
Ho avuto occasione di parlare con Gilberto Matono del focolare della vita della comunità qui in Giappone. Esistono vari gruppi e in particolare nel sud del Giappone essi sono molto vivi con numerose attività. Hanno vissuto con grande sofferenza il periodo della pandemia e solo recentemente si sono riaperti a momenti di incontro e scambio. Pur vivendo una forte separazione tra religione e vita pubblica e politica, il cristianesimo ha delle forme significative di testimonianza e si cerca di interpretare anche qui il grido dell’umanità che soffre.
Domenica 6 novembre ho visitato la cattedrale di Santa Maria a Tokyo per poter offrire nella preghiera tutte le preoccupazioni, i desideri, i progetti che animano la nostra Opera. Sono consapevole che affondare le radici nella preghiera sia estremamente importante per dare un senso pieno alla nostra vita, alle nostre azioni e alle nostre sofferenze.
Infine, ho avuto la possibilità di passare un paio di giorni a Kyoto, antica capitale del Giappone, dove ho visitato il Kiyomizu Temple e il Kodai-ji Temple, due posti incantevoli, immersi nella natura e rappresentativi della cultura buddista giapponese. In questi tempi ho sentito quanto il rapporto con l’assoluto è ricercato, quanto viene coltivato con molti gesti tra i quali il rito dell’acqua ( il tempio è proprio dedicato all’acqua pura). Si bevono normalmente tre tipi di acqua provenienti da una cascata e a ciascuno è attribuito un beneficio: amore, mente e prosperità (anche se vi sono varie interpretazioni).
Mi è servito molto vedere come in ogni tappa vi fosse un piccolo rituale che ricorda quanto sia importante dedicare del tempo con gesti concreti al Dio che professiamo. Un piccolo tuffo nella cultura giapponese con rapporti veri e sinceri contraddistinti da un’accoglienza gioiosa e autentica. Porto con me un po’ di questo tipo di serenità per poter affrontare assieme alla mia comunità locale i prossimi passi di vita ideale.
G.P.