COL SUO SGUARDO MI AVEVA DETTO TUTTO

In una serena mattina di giugno mi trovo a Roma col gruppo “mamme no pfas” per l’udienza Generale col Papa dove ci hanno riservato un posto davanti, proprio dove sarebbe passata la papamobile. Si sa che i controlli sono molto accurati e io che distribuisco i biglietti al gruppo sarei entrata per ultima. In questa attesa i primi che si erano già piazzati inviano foto con indossate le magliette e le scritte dispiegate  e io non vedo l’ora di raggiungerli dopo tanto lavoro per organizzare il viaggio. Nel nostro settore ci sono anche persone dal Molise e dalla Sardegna in rappresentanza di gruppi che si occupano della tutela dell’ambiente e del Comitato di Riconversione RWM.

Il piazzale d’ingresso ormai è vuoto e io sono ancora lì ad attendere qualche ritardatario. Proprio allora suona il cellulare e un membro del gruppo mi dice che un cerimoniere era andato a chiedere il nominativo di una persona per andare a salutare personalmente il Papa: avevano dato il mio nome. Subito mi sento raggelare e dopo essermi fatta ripetere più volte la cosa, mi dirigo verso i controlli del colonnato. Appena oltrepassato il controllo mi trovo uno sbarramento imponente perché il Papa stava uscendo sulla papamobile. Un gruppo di orientali con dei bei ombrellini rossi mi impedisce la vista: non vedo nemmeno l’altare. Per un momento penso che sarebbe stato impossibile passare perché vedevo via via aumentare la polizia ed lo staff dei controlli. Uno di loro mi dice che se volevo passare dovevo aspettare la fine dell’udienza.

Ma dentro di me una voce mi dice “ma vuoi rinunciare a salutare il Papa?”. Inizio così la mia battaglia per arrivare all’altare e dopo respingimenti e controlli, arrivo a fianco dell’altare dove Papa Francesco sarebbe passato a salutare personalmente.

A mano a mano che si avvicina a me lo fisso e mi sembra impossibile di essere io proprio lì. Quando è davanti a me e gli prendo le mani: mi sono vista davanti a Dio e mi sono persa in quello sguardo limpido, intenso e profondo.

Vorrei lasciare che il mio cuore e la mia anima parlassero per me, ma sono lì anche per gli altri del gruppo. Così spiego al Papa il significato della Bandiera che gli consegno assieme ad una lettera.

Alla fine, quando se ne è andato, rimango lì, immersa in me stessa, ammutolita. Tutti mi chiedono cosa mi avesse detto ed io non dicevo niente, ma non era vero perché col suo sguardo mi aveva detto tutto.

Vedi anche “Mamme no pfas – la mobilitazione continua”