LA SUA TEMPERATURA E’ 37,5: LA INVITIAMO AD USCIRE
Tanti imprevisti nella quotidianità possiamo trasformarli positivamente: dipende da noi
Lavoro come educatrice in un nido. In questo periodo il lavoro presenta tante sfide, non solo a livello educativo. Un giorno vengo avvisata che una delle mie colleghe che normalmente copre il turno del pomeriggio, sarà in isolamento fiduciario per due settimane perché un suo familiare è risultato positivo.
Ho avuto un momento di forte sconforto. Sono giorni in cui tutto è più impegnativo del solito: vari cambi di personale, procedure anti Covid da attuare scrupolosamente, genitori da sostenere.
Io, che avevo fatto richiesta di part time per seguire meglio la mia famiglia, dovrò invece coprire anche i pomeriggi lasciati scoperti dalla collega.
Dopo un attimo, mi sono ricordata che proprio quel giorno scadeva il termine per partecipare al sondaggio sui temi più urgenti da affrontare nella prossima Assemblea Generale del Movimento del Focolari. Ho avuto così l’occasione di offrire la mia piccola ‘moneta’ proprio per questo percorso di consultazione molto importante.
Più tardi sono uscita per degli acquisti: avevo necessità di un nuovo paio di occhiali da vista. Nel negozio di ottica, come da prassi, mi viene misurata la temperatura: è 37.5 e m’invitano ad uscire. Mi sono sentita triste, quasi ‘accusata’ di qualcosa di sbagliato che non avevo commesso. Sono uscita, consegnando a Dio anche questo strano disagio. A casa, poi, la temperatura era solo 36.5: nel negozio in effetti faceva molto caldo.
Per me, che al lavoro misuro per prassi la temperatura agli altri, questa esperienza è servita per ‘vedermi’ dall’altra parte e considerare di fare il mio dovere, con umiltà e accoglienza per i fratelli che avvicino, anche in tempo di Covid.