FARE IL PRIMO PASSO IN TEMPI DI CORONA VIRUS
In questi giorni di sospensione, attesa e preoccupazione mi sono ritrovato più volte a provare un senso di solitudine. Leggendo la parola di vita «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti» (Mt 7,12) non riuscivo a collegare i pensieri e la mia vita di ogni giorno. Molto probabilmente, il velo dell’incertezza, il desiderio di sapere meglio cosa stesse succedendo, il flusso ininterrotto di notizie oscuravano la possibilità di fissare lo sguardo e l’attenzione sulle persone e sulle loro necessità.
Come sempre accade, non mancano le occasioni per risvegliarsi e guardare agli altri con amore.
Una collega di lavoro mi ha fatto presente che a breve probabilmente avremmo dovuto chiudere tutte le attività interrompendo il lavoro. Anziché ascoltare fino in fondo le sue preoccupazioni, ho cercato di trovare spiegazioni e motivazioni per non affrontare la cosa e sostenere che l’eventualità di una interruzione delle attività era piuttosto remota. Allo stesso tempo ho anche avvertito l’importanza di accogliere la sua esigenza e ho capito, non senza qualche resistenza, che mi si presentava l’occasione per amare come lei voleva essere amata. Superata la soglia delle giustificazioni, ho preso in mano la situazione e insieme abbiamo cercato qualche soluzione avviando la pratica del telelavoro e preparando le condizioni per le svolgere le attività in remoto qualora questo fosse imposto dalle restrizioni nazionali.
La possibilità di andare oltre le mie convinzioni, la disponibilità a fare il primo passo ha permesso l’avvio di un dialogo più intenso con la mia collega e ora stiamo effettivamente gestendo la situazione assieme, a prescindere da quali saranno gli sviluppi futuri.
In tempi di socialità ridotta è possibile costruire un piccolo pezzo di mondo unito con chi ci sta accanto, soprattutto quando facciamo il primo passo per uscire da noi stessi e occupandoci attivamente delle necessità comuni.